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CESENATICO 2017 Partiti con il sole, tornati con la pioggerella. Partiti con la tensione di una annata piena di ostacoli, i cambiamenti forzati sulle panchine nei momenti meno adatti, a inizio e fine stagione, la prima squadra che vacilla e vede allontanarsi la permanenza in B2, tornati con il sorriso. Una trasferta quella di Cesenatico sempre utile a fare il punto sullo stato dell' arte nell’ambito del Labico volley e, mai come quest’anno, a cementare il rapporto tra i gruppi, gli allenatori e i dirigenti coinvolti nell' esperienza di questi tre giorni di torneo. Una comitiva ridotta nei numeri rispetto al 2016 (si fa per dire, una quarantina di ragazze tra under 12, 13, 14 e 16 accompagnate da una decina tra tecnici e dirigenti) improntata alla partecipazione delle fasce di età giovanili, piuttosto che tentare un approccio più ambizioso schierando magari una under 18 con eventuali fuori quota per risultare maggiormente competitivi. Una politica comunque sempre perseguita dalla nostra società come linea guida di un' idea del fare pallavolo che non sia mai svincolata dall’ associazionismo e dal fine educativo. E i risultati, oltre a quelli strettamente sportivi, sembrano premiarci, se è vero che anche le bambine aggregate dal mini volley alla under 12, in alcuni casi alla prima esperienza lontano da casa senza i genitori, sono riuscite ad esprimersi e a divertirsi in campo e fuori supportate dalle compagne più grandi e sopportate pazientemente da giovanissimi allenatori (grazie a Noemi, Cristiano e Sara). Magari saranno tornate con qualche brufolo in più, lascito della mensa che per tre giorni ha distribuito quasi esclusivamente oggetti panati in tutte le varianti possibili (spinacine, cordon bleu, cotolette, pesce non identificato) e pasta scotta con sughi non censibili e delle abnormi quantità ingerite di patatine, caramelle, bibite gassate, gelati e porcherie varie, ma ci sta anche questo nel totale. Arrivati a destinazione dopo un viaggio di andata tranquillo e piacevole, così come sarà quello di ritorno, grazie alla guida attenta e dolce di Gabriella (con i complimenti di tutta la carovana) e l' impatto con il primo pranzo, torna subito l' allegria, complice la splendida giornata di sole (fortunatamente un'altra costante della nostra permanenza) che consente qualche ora di passeggiate sulla riva del mare, foto di rito e beach volley fino all' imbrunire. La sera del primo giorno senza gare si conclude con un po' di animazione musicale (discoteca sembrerebbe un termine eccessivo) e tante chiacchiere nelle varie stanze, che si protraggono fino a tardi, tanto che qualche altro ospite, credendo di aver preso alloggio in un monastero e non in un convitto con 2600 ragazzini, ha da ridire. Problema irrisolvibile e tutto suo. La mattina invece riserva un brusco risveglio a seguito di una nottata freddina. La prima squadra ad assaporare la sconfitta è la nostra under 13, che si con grinta ma può poco, e non sarà l' unica volta, allo strapotere fisico più che tecnico di avversarie alte in media una decina di centimetri in più. A seguire, per solidarietà societaria, arrivano le sconfitte dell’ under 12 ( uno dei due set perso 25-1, il perché vedi sopra…), della 16 e della 14 (queste ultime davano la sensazione di poter fare di meglio). In questo tipo di tornei bisogna vincere almeno due delle partite nel girone, meglio se tre, per assicurarsi il passaggio alle finali per il podio e così già le altre gare pomeridiane assumono il significato che ci riporta allo spirito di partenza, quello partecipativo e di crescita. Per la cronaca vince solo l' U16, tanto per alimentare lo sfottò e cercare qualcuno tra allenatori e dirigenti ancora a secco di risultati positivi che paghi pegno e quindi aperitivo. A seguire altra serata di bagordi delle più piccine a base di cibo spazzatura consumato in stanza, con i primi conseguenti mal di pancia, nuove ignorate proteste dei monaci in ritiro e sonno ristoratore dopo le interminabili docce, fredde da un certo orario in poi, delle capellute atlete che hanno consumato rapidamente tutta l' acqua calda disponibile per sciacquare le proprie criniere. Il venerdì, con tutti fuori dalle finali per le prime posizioni, si respira già aria di vigilia della partenza e le ragazze hanno voglia di divertirsi anche se la stanchezza al terzo giorno di tambureggianti e scadenzati impegni comincia a farsi sentire. Nel frattempo i nostri allenatori e allenatrici mietono conquiste tra gli arbitri del comitato emiliano, ma ciò non sembra apportare alcune beneficio in termini di risultati, una tematica su cui bisogna lavorare più attentamente in vista della prossima edizione. Con l' ultimo pomeriggio di gare arrivano le soddisfazioni per tutti i gruppi; vincono le rispettive “finaline” tutte le nostre squadre, mettendo in valigia almeno una partita vinta per ogni categoria (due per l'U16), per la gioia dello staff e dei genitori-sostenitori al seguito. Dal primo pomeriggio la spiaggia dell' Euro Camp si affolla mano mano di ragazzi e ragazze che hanno terminato i propri impegni nel torneo e sfogano le energie residue occupando qualunque spazio disponibile, che sia adibito al beach volley, calcetto o basket. Qualche temeraria viene avvistata approfittare del primo bagno a mare stagionale, qualcuno passeggia sul bagnasciuga, qualcuno raccoglie conchiglie. La temuta ultima serata arriva: dopo la cena (pizza, patatine e crocchette e si grida al miracolo…) la discoteca (sempre con licenza etimologica) per le ragazze finalmente libere di vestirsi in borghese, anche se invitate caldamente alla sobrietà. Sobrietà che viene messa a dura prova per lo staff, ospite come da tradizione alla serata enogastronomica patrocinata dal comitato organizzativo dell' Euro Camp rappresentato da un sontuoso riso alla pescatora e da fiumi di vino locali e non. Labico si è fregiata nella circostanza di aver contribuito con una porchetta di 9 kg, da affiancare ad altri salumi, formaggi e dolci da tutta Italia. Qualcuno ha pensato di fornire il suo apporto al desco con rotelle di liquirizia, caramelle e tucs (ma poi cosa sono esattamente…?), prodotti tipici sicuramente, ma di qualche multinazionale. Ma questo è un altro discorso. La tavolata dello staff, piazzata in posizione strategica e sempre vigile nonostante le abbondanti libagioni, brinda rilassata alla riuscita della trasferta, al compleanno prossimo di Leo, il bimbo di Betta e Filippo, gradito ospite aggregato, a quello dopo la mezzanotte di Noemi, libero della U16 ( festeggiato a sorpresa con la complicità delle compagne di squadra), al ripopolamento dei leoni marini in Alaska, a chi ce vole male. Gli usuali giri di ronda e appostamenti degli accompagnatori non rilevano situazioni di criticità ( leggi contatti con i maschi) e, dopo aver dato fondo alle energie residue sulla pista da ballo, i gruppi si ritirano in stanza, anche se non necessariamente ognuno nelle proprie, a proseguire la festa tra chiacchiere, scherzi e risate, fino all’ alba stavolta. L' ordine dei Benedettini, colto da scoramento o annoiato da se stesso, non ha nulla da obiettare o forse si è tardivamente procurato uno stock di tappi per le orecchie. Il mattino ha l'oro in bocca solo nei detti popolari e nei film di Kubrick, perché i volti che si presentano all’ appello del sabato raccontano tutt'altra storia. Ma purtroppo l'idiozia si insinua subdola proprio tra le veterane, anche nelle situazioni più innocue e in cui tutto sembra poter ormai poter andare liscio e così un gioco con i telefoni è il caso di dire che sfugge di mano e una delle ragazze riporta una piccola ma tenace ferita alla fronte che sanguinerà per tutto il viaggio di ritorno, anche se nulla di serio fortunatamente. Dopo il piccolo incidente c'è tempo di assistere alla finale maschile under 13, un derby romano tra Virtus e San Paolo, vinto da questi ultimi per 2-0. E poi si va via per davvero, dopo aver salutato chi proseguiva con le famiglie in direzioni diverse e per la Pasqua. Giusto una falsa partenza di pochi metri per recuperare il telefono di una bimba dimenticato sugli spalti, e si dorme già, favoriti dal cielo plumbeo e dal sonno arretrato che adesso è veramente tanto. Un paio di brevi soste, per la pipì (anche in piazzola per una piccina che proprio non resiste) e per il pranzo al sacco preparato dalla mensa che ci regala un ultimo brivido a distanza al momento di addentare i panini farciti con una (1) fetta di salame, prima di ricadere in catalessi e risvegliarsi un'oretta prima dell' arrivo, quando qualcuna delle ragazze si impossessa del microfono per un piccolo show personale prima dei saluti ed i ringraziamenti a tutti. Le ragazze che partecipavano per la prima volta da noi interpellate esprimono con entusiasmo la volontà di ripartire l'anno prossimo, anzi quella di tornare indietro subito e lo stesso vale per il nostro neo-dirigente al suo primo Cesenatico. E questo in sostanza è ciò che conta per noi del Labico volley. Applausi. |
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